Every day thousands of vehicles and machines are in operation which help to produce our food, construct our buildings and keep our sports pitches, parks and green spaces in good order so that we can enjoy our sport and leisure activities. The people who own and operate these machines, whether they be in the public, or the private, sector spend large sums of money purchasing, running and maintaining them.
Ogni giorno migliaia di veicoli e macchine sono in funzione che contribuiscono a produrre il nostro cibo, costruire i nostri edifici e mantenere i nostri campi sportivi, parchi e spazi verdi in buon ordine in modo che possiamo godere le nostre attività sportive e di svago. Le persone che possiedono e gestiscono queste macchine, siano esse nel pubblico o nel settore privato spendono ingenti somme di denaro acquistando, correndo e mantenendole.
Mud, Sweat and Shears is the story of Roy Oldfield - groundsman at Burnley FC through the 1970s and 1980s. It tells of how he went from miner to parks and recreation man and eventually became one of football's most-respected turf men. On the pitch he saw more bad times than good, but his offer to "Av a brew" was gladly accepted by a procession of football greats: from Brian Clough to Bill Shankly, and Denis Law to Kevin Keegan. He faced daily battles with the weather and directors, but single-handedly produced a pitch which received continued praise from players, managers and referees well before the modern immaculate pitches. Roy used his wits, a mower, wheelbarrow, a couple of forks and sand; in an age when most pitches turned to mudbaths at a drop of rain and games were played on snow. This is a unique football book: through a groundsman's eyes, and it tells the story of what typically went on behind the scenes at one club before football became the multi-million-pound industry it is today.
Il testo approfondisce il complesso tema della gestione della sicurezza nell'ambito delle manifestazioni sportive, rivolgendo una particolare attenzione a quelle calcistiche e alle figure professionali del delegato per la sicurezza e degli steward. Temi trattati: il quadro normativo - europeo e nazionale - collegato al fenomeno della violenza associato alle manifestazioni sportive; la programmazione della prevenzione dei rischi sui luoghi di lavoro; le società organizzatrici delle competizioni sportive: profili di responsabilità civile, penale, amministrativa e disciplinare; l'organizzazione e servizio degli steward: rapporto di lavoro; profili di responsabilità penale e amministrativa
DESCRIZIONE
"Il calcio è la nazione più potente che sia mai apparsa nella storia ed è un elemento essenziale della geopolitica, al pari di religione, petrolio, tecnologia e business finanziario." La Fifa è un centro di potere sempre più nevralgico ma, insieme agli ultimi grandi club del Vecchio continente - Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Juventus -, per conservare la propria sovranità deve scendere a patti con i veri, nuovi, padroni del calcio. Ma chi sono? Marco Bellinazzo racconta i giochi di potere e i flussi di denaro, la corruzione e gli scandali che si nascondono dietro il calcio globale e ricostruisce i fili rossi di un mercato multimiliardario che coinvolge le potenze politiche ed economiche del pianeta. Dagli oligarchi russi agli sceicchi degli Emirati arabi, dalle big company americane alle corporation cinesi, il legame che unisce gli interessi di governi e multinazionali a questo sport è sempre più saldo e, spesso, torbido. Un libro che svela i nomi degli azionisti, delle società e dei politici che vogliono impossessarsi della Fifa e delle sue squadre, dimostrando che il governo del calcio ormai non riguarda soltanto l'amministrazione di uno sport e dei suoi campionati, ma è soprattutto fonte di ricavi miliardari e di legittimazione politica per gli stati. Perché il calcio trascina le masse, crea consenso sociale e, prima ancora, è un teatro che ospita giochi di potere e guerre finanziarie di portata globale, tanto pervasivi quanto invisibili agli occhi degli spettatori.
Il calcio italiano è stato contaminato da tutte le nefandezze che hanno attraversato e rovinato l’Italia negli ultimi decenni. La Serie A avrebbe potuto essere la prima Lega a dotarsi di stadi all’avanguardia, pensati per il calcio e il suo business, e invece l’appuntamento storico di Italia ’90 si è trasformato in un disastro nazionale, con un fiume di soldi e corruttele che ha partorito impianti, nel migliore dei casi, inadeguati. I miliardi piovuti sul campionato italiano grazie alle pay tv non sono stati impiegati in investimenti a lungo termine, nella costruzione di strutture sportive e vivai, in modo da coltivare il futuro del football tricolore. Si sono invece riversati su giocatori e procuratori, oppure sono stati rubati dalle casse dei club per coprire i dissesti delle aziende. I molti dissesti delle società di calcio, avvenuti soprattutto a partire dagli anni duemila, sono stati provocati da questi furti, prima ancora che da carenze gestionali dei club. Alla luce delle ultime sentenze giudiziarie e dopo la squalifica della Nazionale dai prossimi Mondiali, non possiamo più ignorare che il calcio italiano è nel profondo di una crisi da cui riprendersi sarà difficile. La diagnosi è fatta. Ma c’è ancora speranza per guarire e rimettersi in sesto. Come dicono i medici in questi casi, ci vuole però la buona volontà del paziente. E la domanda fondamentale è questa: c’è la buona volontà del paziente?
“E quindi? Tutti questi sotterfugi, tutte queste capacità di provare a imbrogliare, trovare scorciatoie fatte di
espedienti, portate avanti da genitori invadenti, procuratori intriganti e direttori sportivi conniventi, dove ci hanno portato alla fine come nazione?” E’ quello che si
chiede Paolo Ghisoni nella prefazione del libro di Luca Vargiu, che viene definito da Elisabetta Bucciarelli (anche lei
presente nel libro con un racconto da bordocampo), “uno strano procuratore di calcio, ancora in tempo per cambiare mestiere“. Strano proprio per questo, perché è stato capace di mettersi in
discussione, con le sue modalità da “pallonaro”, senza perdere l’entusiasmo per questo meraviglioso sport e senza dimenticare mai che per i bambini e i ragazzi il calcio è un gioco,
maledettamente serio e proprio per questo da rispettare. E partendo proprio dal mondo dei piccoli, dai settori giovanili e poi salendo fino alle prime squadre, dal bordo del campo dove l’autore
ha vissuto in prima persona e in diverse vesti le esperienze che poi ha deciso di raccontare, che si sviluppano i capitoli di questo libro nella sua seconda puntata dopo il precedente “attacco”
di Oltre la linea del 2016 e che denunciano – ancora una volta – quello che oltre la linea non funziona, che spesso si conosce ma si fa finta di non vedere. Dirigenti furbastri e incompetenti,
genitori esaltati e poco obiettivi, media che usano parole sbagliate raccontando così in modo distorto la realtà, ragazzi troppo leggeri che pensano che con il pallone tra i piedi tutto sia
facile e dovuto, esempi negativi portati come esempio il tutto sotto gli occhi di una Federazione immobile, sorda e colpevolmente muta davanti allo sfascio del calcio giovanile e quindi del
futuro di questo sport. Tutti leggendo queste righe sono chiamati in causa perché non si può più far finta di nulla e abbassare la testa davanti ai troppi improvvisati furbastri pallonari che
vendono (a caro prezzo) sogni a buon mercato, e allo stesso tempo non si deve spingere ad ogni costo il “campione di casa” verso un sogno che, numeri alla mano, è difficile da
raggiungere.
Il ricavato di “Ancora oltre la Linea” andrà alla ONLUS “Un Cuore Grande Così” nata nel 2004 da
un gruppo di tifosi del Genoa che ogni stagione raccoglie fondi per acquistare abbonamenti del Genoa CFC da destinare a centri di assistenza per ragazzi con disabilità di varia natura permettendo
così loro di passare qualche ora di svago guardando una partita di pallone allo stadio.